lunedì 22 ottobre 2012

GLI STATI INTERNI

Sarà l'argomento di studio di stasera (sempre ore 19.00 sempre in via Breda 122):

XIX. GLI STATI INTERNI

Devi ora acquistare sufficiente percezione degli stati interni in cui puoi venirti a trovare durante la tua vita ed in particolare durante il tuo lavoro evolutivo. Non ho altro modo di descriverli che utilizzando delle immagini (in questo caso, allegorie). A mio parere, esse hanno il pregio di concentrare "visivamente" stati d'animo complessi. D'altra parte, il modo singolare di presentare tali stati collegandoli in catena, come se fossero differenti momenti di uno stesso processo, introduce una variante nelle descrizioni, sempre frammentarie, a cui ci hanno abituato coloro che si sono occupati di queste cose.

1. Il primo stato, nel quale prevale il non-senso (quello di cui abbiamo parlato all'inizio), è definito stato di "vitalità diffusa". Tutto viene diretto dalle necessità fisiche, che spesso però sono confuse con desideri e immagini contraddittori. Lì c'è oscurità nelle motivazioni e nelle azioni. Si rimane in quello stato vegetando, persi tra forme variabili. Da quel punto si può evolvere soltanto attraverso due vie: la via della morte o quella della mutazione.

2. La via della morte ti mette in presenza di un paesaggio caotico e oscuro. Gli antichi conoscevano questo passaggio e lo avevano quasi sempre posto "sotto terra" o nelle profondità abissali. Alcuni hanno visitato questo regno, per poi "resuscitare" in livelli luminosi. Cogli bene questo punto: "sotto" la morte esiste la vitalità diffusa. Perché la mente umana potrebbe associare la disintegrazione che avviene alla morte con fenomeni di trasformazione ad essa successivi; oppure associare il movimento diffuso con lo stato precedente alla nascita. Se la tua direzione è di ascesa, la "morte" significa una rottura con la tua tappa precedente. Per la via della morte si ascende verso un altro stato.

3. Arrivati a esso si trova il rifugio della regressione. Da lì partono due cammini: quello del pentimento e quello che prima è servito per l'ascesa, cioè il cammino della morte. Se prendi il primo è perché la tua decisione tende a rompere con la tua vita passata. Se torni indietro per il cammino della morte, ricadi negli abissi con la sensazione di trovarti in un circolo chiuso.

4. Bene, ti ho detto che c'era un altro sentiero per sfuggire alla vitalità abissale, quello della mutazione. Se scegli quella via è perché vuoi emergere dal tuo penoso stato senza essere disposto ad abbandonare alcuni dei suoi apparenti benefici. E' dunque un falso cammino, conosciuto come "cammino della mano torta". Molti mostri sono usciti dalle profondità di quel tortuoso cunicolo. Essi hanno voluto prendere d'assalto il cielo senza abbandonare gli inferni, e pertanto hanno proiettato nel mondo medio infinita contraddizione.

5. Suppongo che, ascendendo dal regno della morte, e attraverso il tuo cosciente pentimento, tu sia già arrivato alla dimora della tendenza. Due sottili cornici sostengono la tua dimora: la conservazione e la frustrazione. La conservazione è falsa e instabile. Camminando su di essa ti illudi con l'idea di permanenza, mentre in realtà discendi velocemente. Se prendi il cammino della frustrazione, la tua salita è penosa, ma è anche l'unica non-falsa.

6. Di fallimento in fallimento, puoi arrivare al prossimo riposo, che  si chiama "dimora della deviazione". Attento alle due vie che ora hai davanti: o prendi il cammino della risoluzione, che ti porta alla generazione, o prendi quello del risentimento, che ti fa discendere un'altra volta verso la regressione. Lì ti trovi davanti al dilemma: o ti decidi per il labirinto della vita cosciente (e lo fai con risoluzione), o torni risentito alla tua vita precedente. Sono numerosi coloro che, non essendo riusciti a superarsi, hanno troncato qui le loro possibilità.

7. Ma tu che sei asceso con risoluzione ti trovi ora nella dimora conosciuta come "generazione". Lì hai tre porte: una si chiama "Caduta", l'altra si chiama "Tentativo" e la terza "Degradazione". La caduta ti porta direttamente alle profondità, e soltanto un incidente esterno potrebbe spingerti versa di essa. E' difficile che tu scelga questa porta. Quella della degradazione invece ti conduce indirettamente agli abissi, facendoti ripercorrere i cammini in una sorta di turbolenta spirale, nella quale riconsidererai di continuo tutto ciò che hai perso e tutto ciò che hai sacrificato: questo esame di coscienza, che porta alla Degradazione, è certamente un falso esame, nel quale sottovaluti e rendi sproporzionate alcune delle cose che paragoni. Confronti lo sforzo dell'ascesa con i "benefici" che hai abbandonato. Ma se guardi più da vicino, vedrai che non hai abbandonato nulla per quel motivo: i motivi sono stati altri. Pertanto la Degradazione inizia con la falsificazione dei motivi che, a quanto sembra, erano estranei all'ascesa. Io chiedo ora: da che cosa è tradita la mente? Forse dai falsi motivi dell'entusiasmo iniziale? Forse dalla difficoltà dell'impresa? Forse dai falsi ricordi di sacrifici che non ci sono stati o che sono stati causati da altri motivi? Io ti dico e ti chiedo ora: la tua casa è bruciata da tempo, per questo hai deciso di iniziare l'ascesa; ma ora pensi che essa sia bruciata a causa della tua ascesa? Hai dato per caso uno sguardo a quello che è successo alle case vicine?... Non c'è dubbio che tu debba scegliere la porta di mezzo.

8. Sali per la scalinata del tentativo ed arriverai ad una cupola instabile. Da lì, spostati per un cammino stretto e sinuoso che conoscerai come la "volubilità", fino ad arrivare a uno spazio ampio e vuoto come una piattaforma, che porta il nome di "spazio-aperto-dell'energia".

9. In quello spazio ti puoi spaventare per il paesaggio deserto e immenso e per il terrificante silenzio di quella notte trasfigurata da enormi stelle immobili. Lì, esattamente sopra la tua testa, vedrai inchiodata nel firmamento l'insinuante forma della Luna Nera… una strana luna in eclissi che si oppone esattamente al sole. Lì devi aspettare l'alba, paziente e con fede, perché se ti manterrai calmo niente di male ti potrà accadere.

10. Potrebbe succedere che in quella situazione tu voglia tentare un’uscita immediata. Se questo accadesse, potresti avviarti a tentoni verso qualsiasi luogo, pur di non aspettare, prudentemente, il giorno. Devi ricordare che lì, nell'oscurità, ogni movimento è falso e si chiama genericamente "improvvisazione". Se, dimenticando ciò che ti dico, tu cominciassi a improvvisare delle mosse per tuo conto, sii certo che sarai trascinato da un turbine tra sentieri e dimore, fino al fondo più oscuro della dissoluzione.

11. Com'è difficile comprendere che gli stati interni sono incatenati gli uni agli altri! Se vedessi quale logica inflessibile ha la coscienza, avvertiresti che, nella situazione descritta, chi improvvisa alla cieca fatalmente incomincia a degradare e a degradarsi; poi sorgono in lui i sentimenti di frustrazione, ed egli cade nel risentimento e nella morte; quindi sopraggiunge l'oblio di quello che un giorno era arrivato a percepire.

12. Se nella spianata riesci ad arrivare al giorno, sorgerà di fronte ai tuoi occhi il sole raggiante, che ti rivelerà per la prima volta la realtà. Allora vedrai che in tutto l'esistente vive un Piano.

13. E' difficile che tu cada da lì, a meno che decida volontariamente di scendere verso regioni più oscure per portare la luce alle tenebre.

Non giova  andare oltre su questi temi perché essi, senza esperienza, ingannano e trasferiscono al campo dell'immaginario ciò che è realizzabile. Che quanto detto fin qui possa servire! Se quel che ho spiegato non ti fosse utile, che cosa potresti obiettare se in ogni modo niente ha fondamento né ragione per lo scetticismo,  prossimo all'immagine di uno specchio, al suono di un'eco, all'ombra di un'ombra?

A seguire Cerimonie di Benessere e Uffizio





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