"Farai sparire i tuoi conflitti quando li avrai compresi nella loro radice ultima, non quando li vorrai risolvere."
Per un anno, a giorni alterni, ho meditato sulle mie contraddizioni e su quali fosser le loro radici. Per trovare le contradizioni pensavo a come si era svolta la giornata e a ciò che mi aveva creato tensioni, sofferenza, etc. e mi chiedevo cosa fosse accaduto, andando indietro il più possibile, e alla fine arrivavo sempre ad identificare una mia contraddizione, spesso la stessa.
Qualsiasi sofferenza banalissima, disappunto, ansia, etc. che attribuivo ad un altra persona, alla fine mi riconduceva ad una mia aspettativa o altro.
Questo mi ha portato a riconoscere, mentre sorgevano queste situazioni, da cosa nascevano, o a metterle da parte, per meditarci successivamente, ma comunque tenendo presente che non dovevo crederci, non dovevo dargli retta.
Il conflitto non è esterno, ma si tratta di contenuti tuoi che emergono.
Per conflitto intendiamo un problema o qualcosa che ci crea tensione.
Quando ti concentri su un problema, con l'intenzione di risolverlo, non ci riesci.
Quando ci sono conflitti di opinione, ognuno cerca di far valere la propria, di imporla; e la cosa migliore è andare alla radice, e vedere perchè uno vuole quella cosa o l'altra.
Anche in caso di conflitto con sé stessi, andare a cercare da dove viene è l'unico modo per superarlo, e decidere cosa fare o cosa scegliere.
A volte anche quando mi interrogo e vedo da dove nasce, il conflitto non sparisce, trovo giustificazioni o sento ingiustizia, o non so come gestirlo. In questo caso sto riconoscendo la radice solo a livello intellettuale (capisco), ma non lo sto portando in profondità (comprendo).
Il livello attenzionale è fondamentale: quando sono lucida e comprendo, sto bene; ma appena cala l'attenzione, quel conflitto ricompare: saltano fuori le credenze, il passato, la cultura. Però riemerge con meno carica.
Ha a che fare con lo stabilito: se si credo e non lo metto in discussione, continuerò a dare le stesse risposte.
C'è un fascino nei conflitti: è bello prendersela con qualcuno, litigare, avere ragione: è confortante, è compensatorio. Se l'altro è cattivo, significa che tu sei buono.
Mi smonto l'illusione che sia dalla mente che parte la volontà di risolvere un conflitto, quando invece per risolverlo devo partire da un'altra parte e usare altri strumenti. Comprenderlo parte da una necessità.
Se sparisce il conflitto, puoi anche continuare a fare o ripetere l'atto che ti creava conflitto, ma senza più soffrire (per esempio senza sentire sensi di colpa).
Quando decido di fare qualcosa metto attenzione, ma poi non riesco a mantenerla e mi sento in colpa, e me la prendo con me stesso.
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